GROSSETO. E sul lettino del ginecologo come ci salgo? Se la domanda vi fa sorridere, ci sono donne che non ridono per niente. Per chi si trova in sedia a rotelle, o per chi è anziana e ha difficoltà a sollevarsi, una visita può anche diventare impossibile. La stessa cosa succede a tutti, uomini e donne, in caso di necessità di una visita urologica. Anche in questo caso un lettino, se non adatto a chi non può reggersi sulle proprie gambe, può essere un ostacolo insuperabile.La denuncia arriva da Lorella Ronconi, da anni in sedia a rotelle, attivista grossetana per i diritti dei diversamente abili e instancabile stanatrice di piccole e grandi ingiustizie che, ancora nel 21º secolo, continuano a rendere impossibile la vita a molti cittadini.Oltre alle barriere architettoniche sui marciapiedi e sugli ingressi di locali pubblici e privati, paradossalmente anche una visita medica può essere inaccessibile.«Nei giorni scorsi ho avuto necessità di fare una visita urologica – spiega Lorella –. Ho chiamato uno studio privato grossetano dove vado sempre. Stavolta però ho dovuto rinunciare alla visita perché il lettino dell’ambulatorio non si può abbassare, e io da sola non riesco a salirci».Finora Lorella ha potuto contare sull’aiuto del padre o della tata che, con gran fatica, la sollevavano dalla carrozzina e la stendevano sul lettino. «Ma mio padre è anziano – dice Lorella – ha 87 anni. E la mia tata in questo periodo non c’è, e comunque ha dei problemi a una spalla. E poi, insomma, è una questione di principio e di sicurezza. L’estetista davanti a casa mia ha un lettino perfettamente abbassabile, elettrico, e chiunque può andare e farsi un trattamento. E come? Ce l’ha un’estetista e non ce l’ha un centro medico? Qui non si parla mica di mettersi un rossetto? Qui si parla di diritto alla salute e di avere, come tutti, la possibilità di andare a fare una visita».Secondo Ronconi è anche sbagliato contare sull’aiuto estemporaneo del medico o di un infermiere, come in passato le è stato proposto. «Non è giusto che il medico venga chiamato a fare cose che non gli competono – dice Lorella Ronconi – con in più il rischio che, se la persona disabile che sta aiutando gli cade dalle mani, poi passa pure dei guai. I lettini che si abbassano esistono, ci sono, ce li hanno diversi centri medici della città ed è l’ora che, dove mancano, vengano messi. Perché non servono solo a chi è in carrozzina, ma anche a chi è anziano, a chi ha una disabilità temporanea perché, ad esempio, si è rotto una gamba».Il Tirreno ha contattato il centralino di alcuni centri grossetani. Lettini abbassabili, e quindi adatti anche a chi è in carrozzina, sono presenti allo Studio Picotti Algeri e nelle due sedi del Centro Vasari.All’Orion, invece, spiegano di non averne ma anche che non ce n’è mai stata richiesta; alla Salus spiegano di averne solo di fissi.
05 Febbraio 2020
Fonte www.iltirreno.it